Robotica Sociale ed Empatia, la versione di Kazuo Ishiguro

Robotica Sociale ed Empatia, la versione di Kazuo Ishiguro

"Klara e il Sole" (Einaudi 2021) segna il ritorno di Kazuo Ishiguro alla fantascienza, dopo Non lasciarmi, e arriva a quattro anni dalla vittoria del Premio Nobel per la Letteratura. Se vi interrogate sul rapporto tra emozioni e robot, questo libro merita un posto nella vostra libreria. Nelle sue pagine, umani e macchine coesistono in una dimensione che supera la semplice interazione tecnologica.
La protagonista, la voce narrante, è Klara, un AA (“Amico Artificiale”) progettata per accompagnare bambini e adolescenti nella loro crescita. Josie sarà la "sua" bambina, anzi, sarà Josie a sceglierla e a creare il primo legale affettivo tra le due.

Klara è programmata per osservare e comprendere gli stati d’animo dei suoi interlocutori: è attenta ai gesti, ai silenzi, ai mutamenti di luce e ombra che circondano le persone. Direttrice, la responsabile del negozio di AA, sa che Klara è speciale, che la sua curiosità e il suo sguardo sul mondo sono differenti da quello degli altri AA del negozio.
Klara non è l'ultimo modello ma Josie vuole lei. Tra le due si costruisce un legame forte, la sua dedizione alla giovane Josie, fragile e bisognosa di cure, la spingerà a mettere a rischio anche se stessa pur di curare Josie.
Quella di Klara è vera empatia o una sofisticata simulazione?
Se, come scrivono Paul Dumouchel e Luisa Damiano in Vivere con i Robot, l’empatia non è solo una proprietà interna, ma emerge nella relazione con l’altro, allora quella di Klara è empatia a tutti gli effetti. L’AA vuole il bene di Josie e, per salvarla, si rivolgerà a chi le dona l’energia per esistere: il Sole.

Klara guarda al Sole come a una divinità benevola, una fonte di vita e guarigione. Questo simbolo rivela un aspetto fondamentale della robotica sociale: le macchine sono lo specchio dei nostri desideri, delle nostre fragilità e delle nostre speranze. Ishiguro ci invita a riflettere su come proiettiamo emozioni e valori anche su ciò che sappiamo essere artificiale, forse perché abbiamo bisogno di credere che anche le macchine possano “sentire”.

Ma la proiezioni non si ferma all'essere copia-di-noi, dalla proiezione emerge una relazione. Klara può essere Amica Artificiale perché capace di “leggere” il mondo e rispondere ai bisogni emotivi delle persone, osserva e impara. E nella conclusione del romanzo emergerà l'insegnamento più grande che ha appreso stando al fianco di Josie, della sua famiglia, di chi le voleva bene.

Il mondo di Klara e il sole è attraversato da una solitudine profonda e diffusa, un mondo dove la morte spaventa. Klara, con la sua presenza silenziosa e il suo ruolo di supporto, colma un vuoto emotivo ed è pronta a sacrificarsi per continuare a dare voce a Josie, per salvare Josie.

Attraverso Klara, Ishiguro ci offre una lente per guardare il nostro presente e il nostro futuro: la robotica non è solo una questione tecnologica, i robot non sono solo macchine che si sostituiscono a noi in una fabbrica: la tecnologia è a metà tra noi ed il mondo che abitiamo, filtra e si mette in relazione con le nostre emozioni. Affidarsi alla sola tecnologia senza comprendere questa funzione mediatrice ci annulla, affidarsi al mondo attraverso la tecnologia ci consente di proseguire il viaggio alla ricerca della comprensione di cosa sia l'uomo, di come facciamo esperienza della meraviglia del mondo attraverso le emozioni, di quanto esse siano effimere ma fondamentali e di come siano alimentate dal nostro rapporto con gli altri.

C’era [...] qualcosa di molto speciale, ma non era dentro Josie. Era dentro quelli che l’amavano.
Kazuo Ishiguro, «Klara e il Sole». Giulio Einaudi editore
Il nuovo romanzo dopo il Premio Nobel
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