Gli spazi di attenzione condivisa
Le proposte di Bernard Stiegler per resistere alla distrazione tecnologica
“La tecnica non è un accidente esterno all’essere umano, ma la condizione stessa della sua esistenza. L’uomo è un essere protesico, un essere in difetto, che si costituisce storicamente nel rapporto con la tecnica.”
— Bernard Stiegler, La colpa di Epimeteo
Ogni volta che abbiamo attraversato esperienze di tecnologie trasformative – dalla scrittura alla stampa, fino al digitale – si è ripresentata un'antica domanda: la nuova tecnica ci emancipa o ci controlla? Ci libera dalla fatica, oppure addormenta il pensiero?
A queste domande non si può rispondere con entusiasmo ingenuo né con tecnofobia. Occorre, al contrario, un pensiero critico, ribelle e senza padrone, capace di prendersi cura del nostro tempo. Un pensiero che trovi nel lavoro di Bernard Stiegler una guida illuminante.
Stiegler (1952–2020) è stato un filosofo atipico, entrato in contatto con la filosofia durante la detenzione, formatosi anche con Jacques Derrida, e divenuto autore di un'opera profonda sul rapporto tra tecnica, memoria e soggettività. In La tecnica e il tempo1 rilegge il mito di Epimeteo, il fratello smemorato di Prometeo, come metafora della condizione umana: un essere in difetto, costretto a protesizzarsi, cioè a costituirsi nella relazione con la tecnica.
Nel libro Pensare, curare2 Stiegler denuncia l'epoca attuale come tempo della "denoetizzazione", un'epoca in cui non si pensa più, ma si reagisce, immersi in flussi informativi e automatismi. "Pensare" e "curare" diventano allora due facce della stessa attitudine: prendersi cura significa pensare il mondo, e pensarlo significa farsene carico.
Questa è la farmacologia proposta da Stiegler: una filosofia che distingue, nella tecnica, il veleno dal rimedio, riprendendo la lezione platonica del pharmakon. Le tecnologie non vanno demonizzate, ma bisogna disattivarne gli effetti tossici, riappropriandosi degli strumenti della memoria e del sapere. Tornare, ogni volta, alla dimenticanza originaria di Epimeteo.
La riflessione di Stiegler è preziosa anche per comprendere ciò che l’intelligenza artificiale fa non solo ai processi economici, ma ai nostri modi di vivere e pensare. Le IA generative sono strumenti potentissimi di ritenzione terziaria: accumulano e rielaborano la memoria esterna dell’umanità, come hanno fatto in passato la scrittura, i libri, la televisione. Ma proprio per questo, possono diventare "protesi tossiche", se ci disabituano a riflettere, se ci fanno perdere il tempo tra stimolo e risposta, se ci tolgono la capacità di immaginare alternative.
Seguire Stiegler oggi significa interrogarci: usiamo l'IA per comprendere il mondo o per evitarlo? Chi decide le forme dell'automazione: le comunità o i mercati? Ricordare che ogni tecnica incarna visioni del mondo, prioritarie e implicite, non è mai neutrale.
Con l’associazione Ars Industrialis (association internationale pour une politique industrielle des technologies de l'esprit), Stiegler ha provato a trasformare il suo pensiero in proposta politica, in linee d'azione che consegnano all’educazione e agli spazi di condivisione un ruolo di primo piano:
Educazione critica alla tecnica: non basta usare l’IA, dobbiamo sapere perché e per chi la usiamo.
Spazi di attenzione condivisa: serve costruire luoghi di resistenza alla distrazione, dove la tecnologia sia un mezzo per pensare, non un fine per consumare, la scuola può essere uno di questi luoghi.
Economia della contribuzione: il valore non è solo profitto, ma sapere condiviso, tempo per gli altri, creazione di senso comune. La cura diventa misura del valore sostituendosi alla prestazione.
“La captazione continua dell’attenzione provoca una perdita di attenzione generalizzata, e le società che si basano sul controllo finiscono per generare individui incontrollabili in quanto abbandonati a loro stessi”.
— Bernard Stiegler, Reincantare il mondo3
In questo senso, la tecnologia — IA compresa — può essere un’alleata, se inserita in un contesto che valorizza la responsabilità, la relazione e la capacità di scegliere: prendersi cura della nostra libertà per mantenerla parte viva di noi.
Stiegler ci indica un sentiero alternativo, impervio e tutt’altro che comodo, ma capace di reinterpretare il verso di Hölderlin: “là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”.
Bernard Stiegler, La tecnica e il tempo. Vol. 1. La colpa di Epimeteo, a cura di Paolo Vignola, Luiss University Press, 2023.
Bernard Stiegler, Pensare, curare. Riflessioni sul pensiero nell’epoca della post-verità, a cura del Gruppo Ippolita, Meltemi 2024.
Bernard Stiegler, Reincantare il mondo. Il valore spirito contro il populismo industriale, a cura di Paolo Vignola, Orthotes 2012.